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COLLABORAZIONI

VESCOVO E CITTÀ: LA RELAZIONE TRA EPISCOPATO E IDENTITÀ URBANA NELLA STORIA DELLE CITTÀ ITALIANE

Giovedì 17 marzo 2022 si è svolta, in collaborazione con l’Università del tempo libero di San Miniato, la seconda conferenza Marinella Marianelli di questo anno.

Presso l’Aula Magna del Conservatorio di Santa Chiara, il Professor Michele Pellegrini (Storia medievale, dell’Università di Siena) ha tenuto la lezione dal titolo

«Vescovo e città: la relazione tra episcopato e identità urbana nella storia delle città italiane», seguita con interesse e partecipazione.

Pellegrini ha fatto una doverosa premessa circa il concetto di spazio urbano nel Medioevo. Generalmente, infatti, la storiografia specifica fa corrispondere

l’identità e la dimensione urbana con la presenza vescovile: la città era il centro di una sede episcopale. A conferma di questa corrispondenza, l’insigne giurista

trecentesco Bartolo da Sassoferrato affermava che si chiama città quella che ha un vescovo.

Tale legame è il prodotto di una vicenda storica complessa che ha le sue radici nell’incontro tra il Cristianesimo e le comunità. Il rapporto tra identità urbana e

vescovato nasce quando, alla fine del IV secolo, il Cristianesimo si diffonde in tutto l’Impero Romano: nelle città le chiese cristiane rappresentano una nuova

edilizia monumentale e i vescovi cominciano a porsi come evergeti.

Con la crisi della tarda antichità, le popolazioni urbane vedono agire principalmente i vescovi. Attraverso l’incremento della loro autorità e autorevolezza, la

carica episcopale comincia ad assumere schemi di comportamento civile e presto si sostituisce al cursus honorum delle carriere del ceto senatorio.

È in questo momento che i vescovi diventano il riferimento delle rispettive città.

In questa fase, in cui la popolazione deve metabolizzare un cambiamento radicale, in cui romani e nuove élite germaniche coesistono, avviene quindi una

duplicazione delle funzioni vescovili: i vescovi sono al tempo stesso i rappresentanti di un potere civile - che hanno per competenze culturali - e di un potere

spirituale.

Nel Medioevo, la funzione vescovile si rivelerà dunque determinante nel mantenimento della nozione di città come spazio superiore dell’organizzazione del

territorio, dentro cui una comunità conosce una sua vicenda.

Rita Acquaviva